Il problema è evidente anche nei bambini, per i quali le attenzioni da parte dei genitori sono ridotte e sostituite dal prolungato uso di tablet, consolle e videogiochi. La navigazione in rete, non adeguatamente controllata dagli stessi genitori, potrebbe esporre i bambini a rischi quali navigare in siti non protetti e chat dove le identità delle persone con le quali si scambiano informazioni possono essere falsificate. E’ troppo semplicistico affermare che si viveva meglio vent’anni fa, quando c’erano dialogo, rispetto e privacy. Il dialogo esiste ancora, basta cercarlo e non sostituire un amico con uno smartphone di ultima generazione. Quando siamo a tavola, piuttosto che controllare il telefono cellulare, dedichiamoci all’ascolto di chi ci circonda. Il rispetto esiste da sempre come la mancanza dello stesso e non è certo colpa della tecnologia se esistono persone poco attente al prossimo. La privacy può essere conservata anche adoperando la tecnologia. Non è il social network che espone le nostre foto; siamo noi a volerle mostrare ed allo stesso tempo possiamo decidere di non farlo più. La tecnologia, se adoperata con i corretti modi e con i corretti tempi, non può nuocere. Quello che nuoce è l’abuso che determina dipendenza. Aspetto da non trascurare.
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