Molte persone che si misurano nel campo discografico tendono ad ottenere scarsissimi risultati perché, invece di sviluppare la loro proposta artistica, convogliano le loro forze sull’immagine e sul risultare cool al pubblico; fare questo prima di avere una discografia almeno sufficiente equivale a distruggere la carriera ancor prima di iniziare. Non sono rari i casi di giovani artisti fortissimi a livello di social media ma mediocri nelle loro opere. In questo caso spesso ci si imbatte nel falso consenso, ovvero l’errata percezione di offrire una proposta di qualità, quando invece si sta solo facendo leva sulle scarse competenze, o possibile immaturità, del pubblico, portando invece ad una discrasia a livello professionale, in quanto ciò che si sta facendo spesso non è all’altezza degli standard medi di mercato.
Ma il punto critico di chi si rapporta al mondo discografico (ed artistico in generale) è il volere a tutti i costi ottenere il boom e la popolarità nel minor tempo possibile; questo è un problema perché non è raro imbattersi in avvoltoi che, fiutando le debolezze di chi è agli inizi, promettono carriere luminose in cambio di compensi gonfiati, mettendo in atto vere e proprie truffe ai danni di giovani speranzosi di vivere con la propria arte.
La riflessione che vorrei proporre ai novizi della professione musicale, che siano DJ, band o cantautori, parte da quanto detto sopra: il successo non arriva casualmente, ma è il risultato di vari fattori che si concatenano nel tempo. Il primo passo è proporre opere di qualità e iniziare un percorso di sperimentazione e di improving del proprio stile. Lavorare con professionalità è la seconda condizione fondamentale e terzo, ma non meno importante, essere umili.
Si deve lavorare su queste fondamenta se si vuole sperare di avere una carriera duratura; i follower sui social, i loghi e i selfie sono tutti aspetti secondari, che non devono essere la preoccupazione principale dell’artista. Ma soprattutto siate voi stessi.