Umbria Jazz nasce in un caffè – oggi chiuso- del centro storico di Perugia da un’idea di Carlo Pagnotta, commerciante perugino appassionato di jazz e frequentatore dei più importanti festival europei. Sognava un festival nella sua città e ci è riuscito. Discusse l’idea con due esponenti dell’allora neonata Regione dell’Umbria, i quali la apprezzarono e fu stilato un programma artistico con l’aiuto di Alberto Alberti, il principale manager italiano dei musicisti jazz negli anni ’70. La proposta arrivò in giunta e fu approvata.
Il primo concerto ci fu il 23 agosto 1973 nella cornice naturale di Villalago di Piediluco, vicino Terni. Suonarono gli Aktuala, un gruppo scomparso da tempo, e l’orchestra maistream di Thad Jones e Mel Lewis. La prima edizione prevedeva altre tre serate, due a Perugia e una a Gubbio, quest’ultima sospesa a causa della pioggia. Nonostante la scarsa pubblicizzazione, i cartelloni che riportano i nomi che hanno fatto la storia del jazz, attirano migliaia di spettatori.
Successi e difficoltà. Grande successo per le edizioni successive di Umbria Jazz. Tantissime persone riempiono le piazze dell’Umbria; gli stessi musicisti hanno avuto, a volte, difficoltà a raggiungere il palco per esibirsi. Il successo fu evidente per tutti e Umbria Jazz proseguì fino al 1976, anno in cui iniziano a insorgere alcuni problemi a motivo della situazione storica dell’Italia: sono i cosiddetti ‘anni di piombo’ che rendono una parte del pubblico irrequieta che tende a vivere tutto come una dimensione politica e non esita a scatenare disordini. Il clima di festa diventa molto teso. Per salvaguardare la città e il pubblico sano di Umbria Jazz, gli organizzatori decisero di annullare l’edizione del 1977 tentando un’edizione l’anno successivo che si caratterizzò di forti polemiche: la città non era in grado di gestire l’afflusso di spettatori proveniente da molte città.
Stop del festival. Dal 1978 al 1982 Umbria Jazz necessita di fermarsi. Servirà una pausa lunga quattro anni per studiare una nuova gestione del festival e degli spazi che lo avrebbero accolto.
Umbria Jazz si rifà il look. La manifestazione riparte nel 1982 con alcune novità, per esempio, per la prima volta viene introdotto il biglietto di ingresso per i concerti più importanti e nel 1985 nasce l’Associazione Umbria Jazz senza fine di lucro, che ha in gestione il marchio “Umbria Jazz”, di proprietà della Regione, che gestisce da allora il festival in ogni suo aspetto (formula, scelte artistiche, organizzazione, logistica, sponsorizzazioni). Alcuni anni dopo, per volontà della Regione, nacque la Fondazione Umbria jazz, che ha il compito di garantire le risorse finanziarie di parte pubblica. L’attuale presidente della Fondazione è Renzo Arbore, mentre Carlo Pagnotta (uno degli ideatori della manifestazione) ne è direttore artistico. Il festival abbandona, inoltre, la sua natura itinerante per stabilirsi nel centro di Perugia. La nuova organizzazione e la sempre elevata qualità artistica si dimostrano gli ingredienti perfetti per ridare nuovo lustro al Festival, che diventa così un appuntamento fisso e irrinunciabile.
Dal 2003 a oggi. I concerti più importanti si tengono presso l’arena del Santa Giuliana, altri concerti si tengono al settecentesco Teatro del Pavone, al teatro comunale Morlacchi, presso la duecentesca chiesa di San Francesco al Prato, all’oratorio filippino di Santa Cecilia, nella sala Podiani della Galleria nazionale dell’Umbria, nel duomo di Perugia, nella basilica di San Pietro. I concerti gratuiti sono, di solito a Piazza IV Novembre e ai giardini Carducci.
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