La Color Run – A Perugia, questa mattina, complice la bella giornata, erano veramente tanti i ragazzi che hanno marinato la scuola per confluire nella lunga marcia organizzata dalla Consulta provinciale degli studenti, l’organo rappresentativo di tutte le scuole superiori della Provincia, assieme ai rappresentanti degli istituti A.Volta” “G.Bruno” “A.Mariotti” “G.Alessi” “G.Galilei” “Montessori” “Pieralli” “Itet” con la collaborazione del Comune di Perugia, in persona del Sindaco e dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune e del Comandante della Polizia Municipale.
In seimila– Erano attesi quattro mila studenti ma a giudicare dalla folla che ha invaso il centro storico di Perugia, hanno partecipato quasi sei mila giovani. La partenza, stamattina alle 9, dallo stadio Santa Giuliana e via, di corsa, verso il centro lasciando dietro di sé solo polvere colorata. Fino all’arrivo a San Francesco al Prato, dove era stato allestito un palco e dove alcuni studenti si sono improvvisati dj.
L’arrivo a San Francesco – Musica techno, facce colorate e tanta, tanta voglia di divertirsi. L’età media qui al prato di San Francesco è più o meno di 16 anni. Per l’occasione l’amministrazione ha consentito che una delle location più storiche della città divenisse una vera e propria discoteca a cielo aperto dove far festeggiare tutte le scuole di Perugia e provincia. Una gran bella festa se non fosse che in mezzo a quattro mila ragazzini che ballavano e si agitavano sotto al sole davanti al palco non c’era nessun’autorità e nessuna forza di polizia a garantire l’ordine pubblico.
Il party – Ragazzine caricate di peso e fatte salire sul palco per ballare come in un qualsiasi locale notturno, transenne che contengono a malapena i balli sfrenati della folla, misure di sicurezza praticamente inesistenti tanto che chiunque ha voglia poteva salire sul palco, parlare al microfono o ballare davanti a tutti. Giovani arrampicati sulle transenne, un gran via vai sopra e sotto il palco delimitato con delle corde di fortuna: il tutto in totale assenza di uomini in divisa.
Assenza di controlli – Stremati dalla musica, ma anche dal sole, qualche adolescente si rinfresca bevendo birra o qualche bicchiere di vino che, ci auguriamo, si siano portati da casa. Ballano e si muovono a ritmo della dance hall, qualcuno si riposa sul prato, a gruppetti si fanno gavettoni per rinfrescarsi. Sorprende davvero, in un parco nel centro città invaso da oltre seimila studenti, che a controllare che tutto si svolga in modo regolare non ci sia neanche un poliziotto. Assente anche la tradizionale ambulanza prevista durante lo svolgimento di eventi pubblici. “Era tutto sotto controllo, si è svolto tutto nel migliore dei modi. – spiega Edoardo Gentili, presidente della Consulta provinciale degli studenti – Sapevano che erano previsti almeno 4 mila giovani e erano pronti a intervenire, solo non hanno schierato i soliti mezzi, cioè l’ambulanza e il camion dei vigili del fuoco, per non intralciare il passaggio con tutta quella gente”.
Giovani ma responsabili – Loro, questi ragazzi, hanno dato grande prova di maturità. Ci tengono a sottolineare che questa non è una manifestazione contro qualcuno o qualcosa e che per essere tutti lì, a festeggiare e a divertirsi insieme, hanno marinato la scuola. Loro non sono come il famoso giovanotto, salito agli onori delle cronache per le sue dichiarazioni vuote e prive di senso ai microfoni di TgCom 24 durante gli scontri a Milano del primo maggio nel corteo No Expo, e ci tengono a ribadirlo. “Questa è un’iniziativa per ritrovarsi tutti insieme – ci spiega Mattia – che frequenta l’ultimo anno dell’Itis Capitini – ma quando qualcosa non ci sta bene siamo pronti a manifestare e a scendere in piazza per far ascoltare le nostre ragioni. Noi non siamo come quei pochi che hanno devastato Milano senza sapere neanche perché lo stavano facendo. Chi si è reso responsabile di quelle azioni ha solamente creato l’effetto di spostare la concentrazione dai motivi della protesta”.
Responsabili, dunque, e intelligenti, questi ragazzi hanno fatto in modo che tutto andasse per il meglio. Loro, ci sono riusciti. A dimostrazione che anche luoghi ricchi di storia come San Francesco al Prato possono accogliere eventi e musica. Il cappello con le orecchie da asino, questa volta, forse, lo merita chi ha permesso che ad occuparsi della sicurezza in un evento popolato da tanti adolescenti fossero gli stessi studenti che hanno organizzato l’iniziativa.