Sono intervenuti esperti relatori : Carla Maria Giangamboni (Presidente sezione Penale Tribunale di Perugia ) Giuseppe Petrazzini (Procuratore aggiunto della Procura presso il Tribunale di Perugia) Alessandro Drago (Comandante Divisione Anticrimine Questura di Perugia) Caterina Grechi (Presidente Centro Pari Opportunità Regione Umbria) Giuliana Astarita (avvocato e Consigliera Pari Opportunità Provincia di Perugia) Marco Grignani (Direttore CSM Perugia) Elisa Granocchia (Responsabile Servizi Sociali Perugia) Francesco Fabbrocino ( Presidente Consultorio La Dimora ) Massimo Pici ( Presidente Associazione Margot). Marina Roberti ( Presidente Tribunale di Perugia) Carlo Orlando (Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Perugia) Francesca Brutti ( Presidente Commissione Pari Opportunità del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati Perugia) hanno aperto i lavori del convegno, portando i rispettivi saluti.
Moderatori gli avvocati Maria Cristina Ciace e l’ Avv. Carla Ragna.
Tema primario : la riforma della normativa vigente in materia di maltrattamenti. All’unisono è stata prospettata l’esigenza di aggiornare e modificare la legge, che è in vigore da molti anni, perché inadeguata è rappresenta uno strumento “inefficace” per la risoluzione del problema : il carcere non porta risultati se non affiancato da un percorso di recupero e in questo contesto è stata riportata la dichiarazione del Prefetto Francesco Messina ( Direttore Nazionale dell’anticrimine della Polizia di Stato ) dove affermava che “ il 95% degli uomini che hanno seguito un percorso cognitivo comportamentale non ha recidivato nella violenza”.
Per questo motivo è stata prospettata e discussa l’opportunità di sviluppare il progetto C.U.A.V.( Centro per uomini autori di violenza, unico operativo in Umbria ) per sensibilizzare la capacità di risposta comportamentale alternativa alla violenza dei maltrattanti difronte alle emozioni negative, basandosi sul presupposto che taluni autori delle violenze di coppia siano carenti sulle competenze sociali. L’obbiettivo è quello di far riconoscere all’autore di violenza le proprie responsabilità per l’accaduto e la sua presa in carico dal punto di vista emotivo. I relatori hanno riportato un dato importante : solo il 5% degli uomini maltrattanti rientra a far parte di quei soggetti malati, mentre gli altri decidono volontariamente di agire con violenza . Quindi la struttura dell’ASL non rappresenta il percorso idoneo al recupero per tre motivi : non c’è solidarietà con l’uomo che effettua il percorso, ma solo con la vittima; non esiste una vittima ideale a tutto tondo, come non c’è colpevole a tutto tondo; occorre un “ascolto” empatico, ma non complice o collusivo.
Tra le valutazioni e considerazioni emerse dal Convegno è stato segnalato anche il fatto di non escludere il fenomeno “della rabbia” (quindi picchiare o essere violenti) perché rientra in una unica emozione socialmente legittimata . Infatti se l’uomo reagisce piangendo viene considerato come una femminuccia, se esterna paura appare come un vigliacco, quindi per dimostrare di essere un maschio l’unica azione è quella di picchiare. Durante il Convegno è stato presentato il corso di formazione organizzato da Margot con Stefano Ciccone, ( dell’Associazione Maschile Plurale) che fino al 2018 era membro del Comitato tecnico nazionale per il piano strategico sulla violenza maschile contro le donne ( Dipartimento Pari Opportunità Presidenza del Consiglio dei Ministri) con gli avvocati ( appartenenti all’ordine) Alessandro Ciglioni, Chiara Pettirossi, Francesca Pieri. A concludere la seduta è stato l’intervento di Massimo Pici che ha sottolineato la finalità del progetto dello sportello : far riconoscere all’autore di violenza le proprie responsabilità per l’accaduto e la sua presa in carico dal punto di vista emotivo.