venerdì, 20 settembre 2024 Ultimo aggiornamento il 19 settembre 2024 alle ore 10:45

RabbitFest, gli organizzatori “Non ci sarà una sesta edizione”

Nato dal basso, il festival internazionale di cinema d’animazione aveva portato a Perugia centinaia di fim. "Non ci hanno mai scoraggiato i no, ma la poca disponibilità delle Istituzioni, la scarsa considerazione e il merito non riconosciuto"

 
RabbitFest, gli organizzatori “Non ci sarà una sesta edizione”
Perugia. “Il RabbitFest, quest’anno a giugno, non ci sarà”. Con un comunicato pubblicato sul sito internet festival arriva la notizia che non ti aspetti: Perugia perde un altro pezzo di cultura, un pezzo di storia che per qualche anno ha reso la città la capitale del cinema d’animazione anche a livello internazionale. “Avremmo voluto accogliervi in quella che sarebbe stata la sesta edizione del festival internazionale di cinema d’animazione – scrivono gli organizzatori –  ma non possiamo. Il RabbitFest è un festival nato dal basso, portato avanti da una manciata di persone, con budget che abbiamo faticosamente raggiunto grazie ai piccoli sponsor che ci sostengono. Un festival che in pochi anni è cresciuto tanto da essere conosciuto e apprezzato anche all’estero e che ha portato a Perugia centinaia di cortometraggi e decine di film, aprendosi a numerose collaborazioni e progetti collaterali. Il tutto senza mai perdere di vista l’obiettivo ultimo: far incontrare le persone e il cinema d’animazione d’autore”. 

I problemi – Tante le soddisfazioni raccolte nel corso di questi cinque anni di Rabbit Fest, enorme l’orgoglio per aver scoperto un pubblico perugino sempre entusiasta delle proposte del festival. Tutto questo li ha sempre spinti ad andare avanti ma, dicono “non basta la passione di chi organizza né quella di un pubblico fedele e curioso: le difficoltà aumentano proporzionalmente con la crescita del festival e per mantenere uno standard qualitativo alto c’è bisogno di Istituzioni che lo sostengano, di spazi accessibili, di agevolazioni e aiuti economici”. Il RabbitFest non ha mai ricevuto alcun sostegno economico da parte della città. “Né la vecchia né la nuova amministrazione ha mai dato soldi all’associazione per organizzare un festival di respiro internazionale. Abbiamo sempre fatto tutto con le nostre sole forze”. All’inizio gli organizzatori avevano vinto il bando Forme Creative, “una cifra bassissima che ha coperto a malapena un 10 per cento delle spese del Festival”, poi  non hanno più potuto partecipare per motivi di età. “Quello, comunque, era un bando pubblico, non un sostegno da parte dell’amministrazione a un festival che arricchisce Perugia. Negli anni abbiamo collezionato solo tante promesse, un vero peccato perché invece il pubblico ha sempre premiato i nostri sforzi e le nostre scelte, ci ha sempre dimostrato affetto e gradimento per quello che facciamo. Oggi non si fa un torto a noi, ma alla città che perde una manifestazione interessante anche a livello internazionale”.

Location – Mai scoraggiati dai tanti “no” che si sono visti recapitare, oggi l’anima del RabbitFest è amareggiata per la poca disponibilità al dialogo delle istituzioni, la scarsa considerazione e il merito non riconosciuto. Da mesi gli organizzatori sono alle prese con le problematiche logistiche: inagibili, per loro, sia l’aditorium San Francesco che il Teatro Pavone, location invece scelta, solo pochi mesi fa, per altre iniziative. “Un festival riconosciuto in tutta Europa che qui viene completamente snobbato da Comune e Regione con la scusa che non ci sono soldi. Il punto è che oltre ai soldi, che ovviamente servono, occorrerebbe un atteggiamento diverso, un venirsi incontro, comunicazioni immediate e informazioni trasparenti”.

Il sostegno – Come altre piccole organizzazioni che affrontano le stesse difficoltà non ricevendo contributi pubblici, anche il RabbitFest sta cercando di raccogliere i fondi necessari a realizzare la sesta edizione della manifestazione. Questi gli appuntamenti fino ad ora in programma per sostenere la causa:

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