Il presidio. Sul parcheggio dello stadio di quartiere, da una parte, l’organizzatrice del presidio che, in un primo momento doveva essere sotto casa del giovane individuato come colpevole ma che poi è stato spostato. Dall’altra i cittadini di San Sisto, amici del ragazzo ritenuto responsabile di aver occupato abusivamente un fondo e averne fatto un laboratorio degli orrori. Il tutto sotto l’occhio attento degli uomini delle a forze dell’ordine. “Siamo qui per tutelare questi poveri animali che sono stati uccisi” – spiegano tra le tante cose al megafono – “Chiediamo alle Forze dell’ordine di continuare nelle indagini e trovare, se ci sono, gli altri colpevoli di quanto accaduto in questo quartiere”. Sul piatto della bilancia, infatti, non viene messo in dubbio il fatto che il ragazzo abbia sbagliato ma solo come debba essere fatta giustizia. “Non si rinnega l’evidenza dei fatti – spiega un giovane abitante del quartiere –. Le autorità stanno indagando e faranno giustizia”. La manifestazione era nata nella polemica per i toni utilizzati dall’organizzatrice e soprattutto perché, sui social network erano stati diffusi dati protetti da privacy come nome, cognome e indirizzo del responsabile. Fortunatamente, tutto si è svolto senza problemi.
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