Il convegno – Intervenuto oggi, 22 aprile, al convegno organizzato a Giurisprudenza dal titolo “Legge regionale umbra: profili di incostituzionalità?” organizzato dall’associazione “Idee in movimento” e dal Dipartimento di Scienze politiche dell’ateneo perugino, il professor Volpi ha sottolineato tutti gli aspetti critici della legge elettorale che è stata approvata lo scorso febbraio. E che, secondo molti, ravvisa profili di incostituzionalità.
I punti controversi – “Il primo punto – sottolinea Volpi – è l’aver stabilito un premio di maggioranza che assegna il 60% di seggi, 12 su 20, senza una soglia minima per la coalizione vincente: qui direi che l’incostituzionalità è palese. In sede di votazione finale, in Consiglio regionale – ha proseguito poi Volpi – è stato introdotto quello che io ho definito il premio di minoranza: cioè dagli 8 seggi che spetterebbero all’opposizione, ne viene scorporato uno che viene regalato al candidato che arriva secondo. Il candidato presidente che non vince e non diventa Presidente della Regione entrerebbe comunque in Consiglio regionale, perché la legge stabilisce che se la lista o la coalizione ottiene anche un solo seggio, questo andrà al candidato presidente”. Quindi anziché 8, le minoranze si troveranno a spartirsi solo 7 seggi, clausola che in extremis è passata col voto favorevole di 3 esponenti del centrodestra.
Liste coalizzate ed esterne – “Infine la legge stabilisce che nella coalizione di maggioranza, il partito più forte ottiene 10 seggi. Possono ottenere un seggio due liste più piccole che abbiano il 2,5 per cento dei voti e questo significa che una lista esterna per prendere un seggio deve ottenere il 6-7 per cento dei voti, mentre una piccola lista coalizzata ce la può fare con molto meno. E’ una violazione irragionevole e sproporzionata del principio di eguaglianza del voto”.
I motivi alla base – Una legge fatta ad uso e consumo dell’attuale maggioranza, secondo Volpi. “Si sono messi attorno a un tavolo – ha detto il professore – e si sono scelti la legge più conveniente e che avrebbe creato meno problemi. Non a caso questa legge non prevede il doppio turno e il voto disgiunto, cioè quello che consente alle elezioni comunali di scegliere un candidato sindaco e una lista di una diversa coalizione. Hanno fatto quello che gli è convenuto di più, fino ad arrivare al regalo del premio di minoranza per l’opposizione, condizione essenziale perché la legge passasse”.
Il ricorso – Intanto lo scorso 31 marzo il Comitato per la Democrazia in Umbria ha depositato ricorso al Tribunale civile di Perugia contro l’ Umbricellum.”So che la decisione è stata calendarizzata per il prossimo 4 giugno al Tribunale civile di Perugia. Ci auguriamo che il giudice sollevi la questione di legittimità costituzionale dinanzi la Corte costituzionale”. Quindi, comunque vada, il 31 maggio si voterà con l’attuale legge poi, dice Volpi, “vedremo cosa accadrà”.