I fatti – I reperti storici, provenienti da strutture di tipo monumentale del II – III a secolo d.C. sarebbero stati cementati a scopo ornamentale lungo tutte le pareti esterne ed interne di un’abitazione privata nel comune di Norcia. Gli undici frammenti di eccezionale pregio rappresentano scene di caccia alla selvaggina e provengono da un sarcofago frammentario. Successivi accertamenti e indagini hanno portato alla luce la refurtiva di un furto del 2003 all’interno delle Catacombe di San Callisto di Roma. La proprietaria dell’immobile, una donna romana sessantenne, è stata indagata per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato e per violazione in materia di ricerche archeologiche. Dopo aver smurato i reperti dalle pareti della villa rustica a Norcia e averli messi sotto sequestro a dicembre, i frammenti sono stati consegnati oggi, mercoledì 25 febbraio, ai funzionari della Pontificia Commissione archeologica di Roma.
Dati incrociati – “In questo caso – commenta il capitano Lanfranco Disibio durante la conferenza stampa in cui sono state illustrate le operazioni dell’Arma – siamo in presenza di quello che è un sistema di tutela integrata caratterizzata da una tempestiva comunicazione tra le parti interessate”. Sistema che, fortunatamente, ha portato le indagini ad un finale felice. “Operazioni come questa – commenta la dottoressa Gabriella Sabatini – sono il frutto della nostra faticosa attività quotidiana sul territorio”.
Le Catacombe – Fanno parte di un complesso cimiteriale che occupa quindici ettari e raggiungono una lunghezza di quasi venti chilometri e dove trovano postura più di cinquanta Martiti e sedici Pontefici. A confermare la provenienza dei frammenti, sono stati i funzionari della Pontificia Commissione di Archeologia di Roma che nel 2003, aveva denunciato il furto dalle Catacombe.
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