sabato, 3 giugno 2023 Ultimo aggiornamento il 1 giugno 2023 alle ore 19:02

Una domenica al museo con Giuliano Giuman per “Last time”

Il maestro del vetro celebra i suoi 50 anni di attività con oltre 40 opere messe in mostra fino al 12 aprile a Perugia presso gli spazi della Galleria Nazionale dell'Umbria, dell’Università per Stranieri e del Museo dell'Accademia

 
Una domenica al museo con Giuliano Giuman per “Last time”
Perugia.  Grande successo di pubblico per la mostra “Last time” di Giuliano Giuman che, in occasione dell’iniziativa Domenica al Museo, pomossa dal MiBACT, lo scorso 1 marzo, come ogni prima domenica del mese, ha aperto le porte della Galleria Nazione dell’Umbria per una visita gratuita. Approfittando della presenza in sala dell’artista, ci siamo lasciati condurre dallo stesso Giuman attraverso l’esposizione, assaporando la spiegazione di ogni sua realizzazione e catturando l’espressione compiaciuta dei visitatori.

L’artista – Giuliano Giuman, maestro del vetro, celebra i suoi 50 anni di attività con oltre 40 opere messe in mostra fino al 12 aprile a Perugia. Antesignano della ricerca con il vetro, che lo caratterizza nel panorama internazionale da alcuni decenni, Giuman vi fa confluire i presupposti concettuali del suo lavoro, uniti a una straordinaria perizia tecnica. Nato a Perugia nel 1944, dopo studi musicali, a 20 anni inizia a dipingere. Suo maestro è stato Gerardo Dottori. Oltre alla pittura, per la sua ricerca, utilizza altre espressioni artistiche quali: la fotografia, la musica, l’installazione e la performance. Dal 1985 inizia a lavorare anche su vetro che diventerà il suo supporto privilegiato. Dal 1993 ha realizzato numerosi manifesti e tutte le scenografie di Umbria Jazz. Ha vinto numerosi concorsi nazionali per edifici dello stato italiano e lavora quasi esclusivamente su commissione. Ha tenuto circa 100 mostre personali e 200 collettive in gallerie e musei in Italia e all’estero.

La mostra – Promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo MIBACT, dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, dal Comune di Perugia, dall’Università per Stranieri di Perugia e dall’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”, l’esposizione è curata da Fabio De Chirico, Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed etnoantropologici dell’Umbria e da Bianca Pedace e sarà visitabile fino al 12 aprile 2015. Un’ultima volta “creativa” che documenta una fase che per intensità, pienezza e tensione rivela l’ispirazione ultimativa e potente della piena maturità dell’artista umbro confrontandosi, in modo inusuale e imprevedibile, con temi archetipici dell’umanità di tutti i tempi. Il mito, il sacro, gli elementi, la storia dell’arte, la polis, l’identità: Polifemo ferito nella grotta dei Ciclopi, Narciso riflesso e innamorato di se stesso, Medusa, Apollo alludono ad antichi rudimenti dell’immaginario occidentale, così come le opere dedicate alla grande metafora del viaggio. Il sacro e la sfera religiosa, riassunti nella meditazione sottilmente formale e iconografica dell’installazione intitolata “Ultima Cena”, si accompagnano a una riflessione sulla storia dell’arte, in bilico sulla soglia del museo. La mostra si articola in più sedi, di elevato valore simbolico, nel centro storico della città di Perugia: dagli spazi della Galleria Nazionale dell’Umbria e del Comune a Palazzo dei Priori, che ospiteranno il percorso principale, a quelli dell’Università per Stranieri, al Museo dell’Accademia.

Last time – È una finestra aperta sulla produzione attuale dell’artista, punteggiata da pochi e mirati rimandi alla sua storia, che si è intrecciata con le vicende più rilevanti dell’arte contemporanea internazionale, dal concettuale al ritorno alla pittura fino alla peculiare cifra musicale. L’esposizione è costituita da opere recenti e quasi tutte appositamente realizzate. La mostra si conclude con una dichiarata adesione concettuale, che ritorna alle origini dell’itinerario dell’artista: l’affermazione relazionale dell’autoritratto “Io sono le persone che ho incontrato” chiude il cerchio aperto dall’azione partecipativa e relazionale della mostra di Giuman a Palazzo dei Priori nel lontano 1976.

Photo Credit: Davide Castellucci

 

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