Valnerina. Proposte e ipotesi per il nuovo Programma di sviluppo rurale Umbria 2014-2020 e analisi della possibilità di impiantare, nel territorio della Valnerina, la coltura del grano saraceno e l’allevamento della razza bovina Jersey. Sono stati i focus di discussione del convegno ‘Il futuro dell’agricoltura nelle aree montane attività tradizionali e innovazione’, organizzato da Cratia, ente di formazione di Confagricoltura Umbria, e finanziato da Gal Valle umbra e Sibillini, che si è svolto a Norcia. A coordinare i lavori Cristiano Casagrande, direttore di Confagricoltura Umbria. “Abbiamo voluto fare il punto su tre elementi – ha detto Casagrande – capire come il Psr possa sostenere lo sviluppo dell’agricoltura professionale di questo territorio, come riuscire a dare valore commerciale a produzioni tipiche della zona e favorire una crescita economica delle realtà aziendali. E’ un’area molto particolare, con tradizioni importanti, un’agricoltura che ha avuto la caparbietà di sopravvivere, crescere e creare occasioni. E’ necessario adesso ragionare in termini di innovazione”. All’incontro hanno partecipato Fernanda Cecchini e Franco Garofalo, rispettivamente assessore all’agricoltura e dirigente servizio politiche agricole e sviluppo rurale della Regione Umbria, Alfredo Monacelli e Paolo Alunno Rossetti, rispettivamente segretario generale e responsabile area Valle umbra e Sibillini di Confagricoltura Umbria, Marcello Di Ciommo dell’azienda agricola e zootecnica Posticchia Sabelli, Remigio Tallarico e Lisetta Ghiselli dell’Università degli Studi di Firenze e Paolo Benincasa dell’Università degli Studi di Perugia.
Intervenuti anche il vicesindaco di Norcia Franco Mirri e il presidente del Gal Valle umbra e Sibillini Gianpiero Fusaro.
“La prossima programmazione comunitaria – ha spiegato Cecchini – da’ qualcosa in più alle aree marginali e al prato pascolo.
Questo ci consentirà di mettere a fuoco azioni mirate anche per un tipo di agricoltura, come quella montana, che da’ meno reddito ma che, come presidio ambientale e antropizzazione dei luoghi, apporta un valore aggiunto. Anche la zootecnia avrà un ruolo importante e l’Umbria, con il piano regionale zootecnico, vuole fare un salto di qualità. Valuteremo, attraverso le indennità compensative, come dare la possibilità di avere un reddito certo per aziende agricole che praticano un’agricoltura intensiva, ma mettono a disposizione carne, latte e coltivazioni di qualità”. E proprio in materia di zootecnia, è stata avanzata la proposta di un tipo di allevamento non praticato nella zona.
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