venerdì, 20 settembre 2024 Ultimo aggiornamento il 19 settembre 2024 alle ore 10:45

Esche killer nei parchi cittadini, l’allarme corre sul web

Dall'Asl sanitaria dati in calo per il 2015: "Dall'inizio del nuovo anno, i casi segnalati di polpette sono 15 ma quelli accertati sono meno di una decina". Importante seguire la prassi di denuncia dell'avvelenamento entro le 24 ore

 
Esche killer nei parchi cittadini, l’allarme corre sul web
L’allarme lanciato sui social network: polpette avvelenate anche nei parchi cittadini. Ad essere colpiti sono animali selvatici ma anche di compagnia che, attirati dai gustosi bocconcini di carne fresca, se non soccorsi rapidamente, perdono la vita. Dall’inizio del nuovo anno, i casi segnalati di esche killer sono 15 ma quelli accertati sono meno di una decina. “Un numero in diminuzione rispetto ai dati dell’anno scorso” spiega la dottoressa Stefania Mancini, dirigente dell’Asl veterinaria di Perugia, settore igiene urbana e prevenzione del randagismo. Solo di pochi giorni fa, l’ultima segnalazione nel parco dei Conservoni di San Marco a Perugia. A lanciare l’allarme sulla pagina Facebook di un noto gruppo frequentato da perugini, un cittadino: «Questo pomeriggio mentre ero in passeggiata con i miei cani, poco dopo aver trovato una volpe morta, sono dovuto correre dal veterinario perché uno dei miei cani è stato avvelenato. Per fortuna grazie all’azione tempestiva del veterinario, adesso il mio cane sta bene. Ma se avessi aspettato avrebbe fatto la stessa fine della povera volpe». All’Asl, però, non è mai arrivata questa segnalazione. “In questi casi – continua Mancini – , è importante seguire una iter affinché si stabilisca con certezza l’avvelenamento e si passi alla bonifica della zona”.

L’iter da seguire. «Tutto parte dal veterinario che – spiega Stefani Mancini – una volta constatati i sintomi dell’avvelenamento, entro 24 ore, denuncia l’atto al sindaco del Comune di competenza, all’Asl e alla Polizia provinciale. Il veterinario ha l’obbligo di rendere disponibili tutti i reperti della probabile intossicazione, inviandoli all’Istituto Zooprofilattico. Queste analisi prima erano a spese del proprietario dell’animale, ma, da qualche anno, sono completamente gratuite. Ne segue una tempestiva comunicazione nei confronti dell’Asl e alla Procura della Repubblica che attuano un piano di notifica del territorio contaminato». Una prassi un po’ macchinosa, ma che permette un ottimo monitoraggio del fenomeno.

Le segnalazioni del 2015. “Ad oggi – aggiunge la Mancini – , le segnalazioni per avvelenamento sono all’incirca una quindicina, di queste una decina sono risultate essere polpette killer”. Le zone di ritrovamento sono Casenuove, Valfabbrica, Pretola, Monte Malbe, Magione, Castiglione del lago.

I colpevoli. Sino ad ora purtroppo non sono mai stati identificati i responsabili di questi reati. I veleni utilizzati sono sostanze vendute liberamente e l’identificare questi vigliacchi non è facile. Ma la dottoressa Mancini fa un appello: “Ai cittadini proprietari di animali e ai veterinari, chiediamo puntualità nella segnalazione di possibili avvelenamenti, così da poter svolgere al meglio il nostro lavoro».

I social network. Ma un aiuto viene anche da internet. In questi giorni si è dimostrato un valido strumento di allerta Facebook, attraverso cui molti perugini hanno segnalato la presenza di alcune polpette avvelenate nei parchi della città, pubblicando le segnalazioni sulla pagina dello Sportello a 4 zampe della Provincia di Perugia.

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