L’iter da seguire. «Tutto parte dal veterinario che – spiega Stefani Mancini – una volta constatati i sintomi dell’avvelenamento, entro 24 ore, denuncia l’atto al sindaco del Comune di competenza, all’Asl e alla Polizia provinciale. Il veterinario ha l’obbligo di rendere disponibili tutti i reperti della probabile intossicazione, inviandoli all’Istituto Zooprofilattico. Queste analisi prima erano a spese del proprietario dell’animale, ma, da qualche anno, sono completamente gratuite. Ne segue una tempestiva comunicazione nei confronti dell’Asl e alla Procura della Repubblica che attuano un piano di notifica del territorio contaminato». Una prassi un po’ macchinosa, ma che permette un ottimo monitoraggio del fenomeno.
Le segnalazioni del 2015. “Ad oggi – aggiunge la Mancini – , le segnalazioni per avvelenamento sono all’incirca una quindicina, di queste una decina sono risultate essere polpette killer”. Le zone di ritrovamento sono Casenuove, Valfabbrica, Pretola, Monte Malbe, Magione, Castiglione del lago.
I colpevoli. Sino ad ora purtroppo non sono mai stati identificati i responsabili di questi reati. I veleni utilizzati sono sostanze vendute liberamente e l’identificare questi vigliacchi non è facile. Ma la dottoressa Mancini fa un appello: “Ai cittadini proprietari di animali e ai veterinari, chiediamo puntualità nella segnalazione di possibili avvelenamenti, così da poter svolgere al meglio il nostro lavoro».
I social network. Ma un aiuto viene anche da internet. In questi giorni si è dimostrato un valido strumento di allerta Facebook, attraverso cui molti perugini hanno segnalato la presenza di alcune polpette avvelenate nei parchi della città, pubblicando le segnalazioni sulla pagina dello Sportello a 4 zampe della Provincia di Perugia.
Tag dell'articolo: asl sanitaria, Perugia, polpette avvelenate, polpette killer, Umbria.