Regione Umbria. A circa sei mesi dalla delibera della Giunta regionale (la Dgr 34/2016 del 18 gennaio scorso) che definisce le azioni per l’accelerazione dell’incremento della raccolta differenziata dei rifiuti in Umbria, l’assessore regionale all’Ambiente, Fernanda Cecchini, ha riunito ieri nella sede dell’Assessorato a Perugia la “task force” tecnica istituita per fornire alla Giunta regionale informazioni puntuali e tempestive sullo stato di attuazione delle misure previste. Ne fanno parte i rappresentanti dell’Auri (Autorità Umbra per Rifiuti ed Idrico), dei quattro Ati (Ambiti territoriali integrati), dei Comuni proprietari di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti (Perugia, Città di Castello, Magione, Foligno, Spoleto, Terni, Orvieto e Gubbio), dell’Arpa-Agenzia per la protezione ambientale Umbria, dell’Osservatorio regionale sulla produzione, raccolta, recupero, riciclo e smaltimento dei rifiuti, dirigenti e tecnici regionali. Presenti, fra gli altri, il presidente dell’Auri e sindaco di Corciano Cristian Betti, il direttore di Arpa Walter Ganapini, il sindaco di Magione Giacomo Chiodini, gli assessori all’Ambiente dei Comuni di Terni, Emilio Giacchetti, di Spoleto, Vincenza Campagnani, e di Città di Castello, Massimo Massetti.
Nel corso della riunione, in particolare, è stato fatto il punto sulla riorganizzazione dei servizi di raccolta di rifiuti e sull’impiantistica regionale di trattamento e smaltimento dei rifiuti, con la presentazione dei risultati delle attività di monitoraggio svolte dagli uffici regionali e dall’Arpa e degli incontri con i Comuni svolti nel maggio scorso da Arpa per avere un quadro esauriente della situazione.
“Nella delibera del gennaio scorso – ha ricordato inoltre l’assessore – è previsto che la Regione eserciti i poteri sostitutivi per i Comuni inadempienti che non riorganizzino i servizi di raccolta in modo da effettuare o completare la riorganizzazione dei servizi di raccolta domiciliare dei rifiuti. È un passaggio che dobbiamo e vogliamo scongiurare – ha aggiunto – anche perché i nostri Comuni sono da sempre ‘sani’ e collaborativi. E, se è vero che sono previste sanzioni per chi non raggiunge il 65% della raccolta differenziata, a sostegno dei Comuni abbiamo destinato risorse e collaborazione”.
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