È la prima delle sette domande che abbiamo posto ad Alessandro Caravella, responsabile delle attività culturali, Alessandro Ferri, responsabile della comunicazione, Filippo Fiume Fagioli, responsabile delle tematiche relative al Dottorato di ricerca, Flory Petrescu, organizzatrice di Game of Research e a due membri del coordinamento di ADI Perugia, Giovanni Cinti e Luciana Forti rispettivamente coordinatore e vice-coordinatrice della sede umbra di ADI nazionale, l’Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani fondata nel 1998 ai fini dello svolgimento di attività di promozione, tutela e informazione in campo istituzionale, accademico e di politica universitaria. «Perugia Online» si è occupata a più riprese delle iniziative promosse nell’alveo di questa associazione, sin dalla fondazione, a Perugia, datata al luglio del 2016, per poi toccare i punti più salienti del progetto che la sostanzia e la alimenta, dagli esiti, senza meno positivi, e dagli obiettivi, perseguiti con successo, del 2017 – fra gli altri, l’ottenimento dell’indennità di disoccupazione, il riconoscimento del titolo di ‘dottore di ricerca’ all’interno del percorso FIT per l’accesso all’insegnamento – ai tradizionali appuntamenti con la serata ‘M’illumino di scienza’, e con la ‘Notte dei ricercatori’, fino al Ph.Day e al Game od Research (GOR) in programma per la giornata di domani, 11 giugno, dalle 9 alle 18, nell’aula magna del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Perugia. Su questi e su altri ambiti è stata attuata ‘una zoomata’, per così dire accademica, ma, al contempo, divulgativa, che ha portato ad un dialogo fitto circa le tematiche che ruotano attorno al prisma della ricerca scientifica in Umbria.
Nominare significa (anche) conoscere. Ma, bando alle querelles nominalistiche, che spesso hanno poco da dire sulle origini effettive di un percorso, sclerotizzandolo o fissandolo, cos’è, dal vostro punto di vista, un Dottorato di ricerca?
(Alessandro Caravella, Responsabile delle attività culturali)
«Il dottorato di ricerca è il più alto grado di formazione accademica, ma anche un percorso di crescita e arricchimento culturale, che prende il via dalle realtà accademiche locali per poi allargare lo sguardo all’esterno, sia nell’ambito del dottorato stesso (attraverso le esperienze di mobilità internazionale), sia nella fase successiva all’addottoramento per mezzo di esperienze all’estero tese a un completamento e perfezionamento del proprio percorso di ricerca. Per tentare di trasformare il dottorato di ricerca in una realtà sempre più collaborativa e partecipata, ADI Perugia si prefigge di “fare rete”, ovvero creare le basi per una maggiore rappresentanza e interconnessione tra i vari dottorandi che hanno scelto di intraprendere questo percorso».
Numerose, le iniziative promosse da ADI Perugia (si veda, a tal proposito, l’articolo editato in «Perugia Online» in data 21 gennaio 2018, con un resoconto sulle attività del proficuo anno precedente). Come possiamo definire quest’associazione su scala locale e nazionale? Quali sono gli obiettivi precipui che ha inteso e che intende perseguire?
(Alessandro Ferri, Responsabile della comunicazione)
«ADI sta per “Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani” e si propone di rappresentare chi lavora nel campo della ricerca: dottorandi, assegnisti, ricercatori. Proprio in questi giorni stiamo celebrando i vent’anni di attività, che saranno al centro di un convegno in programma per sabato 16 giugno presso la Facoltà di Ingegneria della Sapienza (Roma). ADI è diffusa su tutto il territorio italiano (34 sedi locali ad oggi). Da statuto, non ha legami con partiti o sindacati e non ha altro finanziamento che il tesseramento. L’obiettivo principale dell’associazione è valorizzare la figura del ricercatore, sensibilizzando i cittadini e le istituzioni. In particolare, chiediamo il superamento del dottorato senza borsa (senza che questo significhi la riduzione dei posti, sia chiaro: devono essere finanziati anche quelli attualmente a carico dei dottorandi) e vorremmo raggiungere il traguardo della piena rappresentanza negli organi collegiali degli atenei. Auspichiamo l’istituzione di un percorso lavorativo certo per chi fa ricerca, che sia nelle università, nel settore pubblico o nel settore privato. Tra le iniziative che mettiamo in atto, va ricordata l’indagine sullo stato della ricerca in Italia, che viene elaborata ogni anno e poi presentata in Parlamento. Come ADI Perugia ci impegniamo a tradurre sul piano locale le campagne promosse a livello nazionale, unendo i dottorandi, gli assegnisti e i ricercatori dell’Università degli Studi e della Stranieri. Tra le azioni che abbiamo messo in atto, voglio menzionare quelle di divulgazione scientifica come il PhDay o La notte europea dei ricercatori, per le quali abbiamo collaborato – come continuiamo a fare – con l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Umbria)».
Entriamo, ora, più nello specifico: lunedì 16 aprile il Senato Accademico dell’Università degli Studi di Perugia ha approvato le linee-guida per l’utilizzo del budget del 10% da destinare ai dottorandi. Come si è espressa ADI Perugia a riguardo?
(Filippo Fiume Fagioli, responsabile delle tematiche relative al Dottorato di ricerca)
«Nonostante il documento sia stato sollecitato a lungo proprio da ADI Perugia, la nostra associazione ha espresso un giudizio negativo, sia in relazione alle modalità di approvazione delle linee guida, sia al loro contenuto. I criteri approvati per l’utilizzo di questo fondo sono frutto di un confronto esclusivamente interno, non condiviso né con i rappresentanti eletti degli studenti, né con ADI. Come chiaramente definito dal DM 45/2013 e dalle successive linee guida MIUR del 14/04/2017, il budget pari al 10% della borsa, circa 3 mila euro, è destinato al singolo dottorando per finanziare la sua attività di ricerca nel secondo e terzo anno, dando la possibilità di individuare un proprio percorso formativo sotto la supervisione del tutor di riferimento. Ci lasciano perplessi i punti E e D delle linee guida pubblicate da Unipg (delibera n. 8), secondo i quali il budget potrà essere utilizzato anche per l’invito di docenti che svolgano seminari. Tali previsioni, seppure subordinate all’accettazione del dottorando, rischiano di far ricadere parte degli oneri legati alla formazione dall’Università al dottorando stesso, nel contesto di un rapporto tutor-dottorando che molto spesso è di subordine. Secondo noi, ciò non corrisponde alle finalità per cui tale budget è istituito, ovvero quello di fornire uno strumento per la crescita dell’indipendenza del dottorando. ADI Perugia proseguirà il lavoro di monitoraggio sulle modalità di utilizzo di questo budget e invita tutti i dottorandi a informarsi e a utilizzarlo secondo quanto disposto dai punti A, B e C, ovvero per periodi di formazione da svolgersi in Italia o all’estero, materiale di consumo e materiale inventariabile. ADI Perugia è a disposizione di tutti i dottorandi per eventuali dubbi sulle modalità di utilizzo del fondo e per raccogliere proposte migliorative delle linee guida, per consentire a tutti gli studenti di godere dei propri diritti sanciti dal decreto ministeriale».
Quali sono gli esiti circa le questioni relative all’indennità di disoccupazione per dottorandi e assegnisti, all’eliminazione della tassazione sui dottorandi non borsisti, all’incremento della borsa di studio, alla gestione della Formazione Iniziale e Tirocinio (FIT) e al riconoscimento del titolo di ‘dottore di ricerca’ all’interno di quest’ultimo percorso?
(Luciana Forti, Vice-coordinatrice)
«Sono tutte battaglie che hanno costituito l’asse portante delle attività dell’ADI negli ultimi anni. Solo l’anno scorso, l’associazione ha ottenuto l’estensione dell’indennità di disoccupazione, anche nota come DIS-COLL, ai dottorandi e agli assegnisti. Il gruppo di lavoro nazionale ha elaborato una Guida alla DIS-COLL per agevolare i colleghi che si sarebbero trovati ad affrontare questa procedura per la prima volta. Dopo alcuni disguidi iniziali, la procedura è entrata a pieno regime, il che significa che adesso chi conclude un dottorato o un assegno di ricerca ha diritto a una quota che arriva fino al 75% del reddito medio mensile per un massimo di sei mesi. Sempre l’anno scorso, l’ADI è riuscita a ottenere l’eliminazione della tassazione per i non borsisti, e continua a sollecitarne l’eliminazione anche per i borsisti, dal momento che in alcuni atenei l’importo della tassa raggiunge le due mensilità di borsa. L’incremento della borsa di dottorato, in vigore dal gennaio di quest’anno, è una conquista dell’ADI che arriva a dieci anni di distanza rispetto all’ultimo incremento, che era stato ottenuto nel 2008. Rimane aperta la questione relativa a un adeguato riconoscimento del titolo di dottore di ricerca all’interno del percorso FIT. Da tempo, l’Area Tematica Scuola dell’ADI sta lavorando intensamente su questo fronte, per definire un percorso di valorizzazione certo per i dottori di ricerca che desiderino accedere al mondo dell’insegnamento nella scuola pubblica».
ADI è anche un valido strumento attraverso il quale far conoscere all’esterno il fondamentale lavoro dei ricercatori, oltre che essere un efficace ausilio nel fornire informazioni tecniche e nel veicolare le istanze di dottorandi e assegnisti alle Università e alle Istituzioni in genere: oltre ai tradizionali appuntamenti con ‘Sharper – La notte dei ricercatori’, con ‘M’illumino di scienza’, in collaborazione, quest’ultimo, con Arpa e Adisu, e con il ‘Ph.Day’, quali sono le prossime iniziative atte a promuovere e valorizzare la funzione della ricerca scientifica al di fuori delle ‘mura accademiche’?
(Giovanni Cinti, Coordinatore)
«ADI Perugia ha tra le sue priorità quella di promuovere al di fuori della comunità accademica l’importanza dell’attività dei ricercatori. Oltre al piacere di diffondere la bellezza del lavoro di ricerca, la comunicazione del nostro lavoro è necessaria ai fini politici dell’associazione stessa che, per dar peso alle sue rivendicazioni, ha bisogno del supporto di tutta la popolazione. ADI Perugia ha pertanto promosso sia iniziative pubbliche, come il PhDay, sia stretto collaborazioni con associazioni e realtà già strutturate. Il prossimo passo è sicuramente quello di affiancare agli interlocutori più naturali, quali Sharper, Arpa e Adisu, nuove realtà associative esterne al mondo della ricerca ma interessate al nostro lavoro e alla nostra comunità».
In questo quadro, includiamo la seconda edizione del Game of Research (GOR) in previsione per il prossimo 11 giugno, dalle 9 alle 18, nell’aula magna del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Perugia. Qual è l’intento principale del ‘Veterinary Sharing Day’?
Luciana Forti (Vice-coordinatrice)
«L’evento mira a creare uno spazio di condivisione tra i dottorandi dell’area veterinaria. In tal senso rientra perfettamente in uno degli obiettivi principali di ADI Perugia, ed è per questo motivo che siamo stati molto felici di poter contribuire all’organizzazione dell’evento, insieme a Flory Petrescu, a cui lasciamo la parola».
Flory Petrescu (Organizzatrice di Game of Research)
«L’intento principale di questa giornata è di favorire la divulgazione delle tematiche di ricerca e il confronto attivo tra giovani che gravitano attorno al Dipartimento di Medicina Veterinaria, per stringere nuove collaborazioni, nell’ottica di progetti di ricerca sempre più multidisciplinari, che riescano ad integrare capacità e competenze e favorire il lavoro di squadra. L’idea nasce dal desiderio di dare risalto a tutto quel “mondo sommerso” di coloro che lavorano dietro le quinte accademiche, soprattutto il cosiddetto personale non strutturato, le cui ricerche e spesso anche l’identità passa inosservata agli occhi di Colleghi strutturati e studenti. È un evento autogestito, interamente organizzato e coordinato dai Dottorandi, Borsisti, Post-doc, Assegnisti e frequentatori volontari del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Perugia per cui ADI non poteva mancare a questo evento. Ho conosciuto Luciana e Giovanni tramite la mia cara amica e collega, Greta Foiani, in un giorno di pioggia. Ricordo ancora l’odore di cannella della cioccolata calda, mentre le nostre idee si mescolavano per l’organizzazione della giornata…».
‘Sono dottore di ricerca. E adesso’? Come tenta di rispondere ADI a questa domanda? L’esperienza di Find Your Doctor (FYD), prima agenzia del lavoro in Italia, permette di istituire una filiera fra i neo-dottori di ricerca e il tessuto aziendale, in una società fluida, ‘liquida’ come quella in cui viviamo?
(Giovanni Cinti, Coordinatore)
«Find Your Doctor è la risposta più concreta al problema della valorizzazione del titolo di dottorato nella società. Sicuramente la formazione che riceve un dottore di ricerca è di grande supporto per la società e negli altri paesi si trasforma in un titolo altamente competitivo per l’accesso al mondo del lavoro. Purtroppo, in Italia non è così. Sia a livello nazionale che locale, ADI sta promuovendo un confronto con quelle realtà che possono e devono dialogare con il mondo della ricerca e valorizzare l’alta formazione nel mondo del lavoro. In questa direzione è importante costruire uno spazio di dialogo, anche a livello locale, con il mondo delle imprese, della pubblica amministrazione e delle professioni».
(Luciana Forti, Vice-coordinatrice)
«Siamo entrati in contatto con l’esperienza concreta di FYD, seguendo in streaming la presentazione organizzata da ADI Bologna. Eva Ratti e Andrea Galimberti, membri del team di FYD, hanno raccontato alcuni dei primi casi di successo, in cui diversi dottori di ricerca hanno intrapreso un percorso lavorativo all’interno di una realtà imprenditoriale italiana grazie al lavoro di mediazione di FYD. Una mediazione in primo luogo culturale, in cui il valore del dottore di ricerca viene non solo spiegato, ma dimostrato concretamente all’interno di settori che non hanno avuto, finora, una tradizione di apertura verso il mondo della ricerca. Find Your Doctor sta decisamente aprendo nuove prospettive da questo punto di vista sia per i dottori di ricerca, che per le imprese. Per saperne di più ed entrare a far parte della rete di questa agenzia, è sufficiente dare un’occhiata al sito e iscriversi!».
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